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7 maggio 2020
Il Presidente Nicola Fontanarosa, nel dare diffusione al comunicato stampa sulla posizione espressa dalla propria Confederazione in occasione dell’incontro di ieri con il Premier Giuseppe Conte, evidenzia che è stata anche chiesta la revisione della norma con la quale si identifica il contagio da COVID 19 di un cittadino come “infortunio sul lavoro”, tipologia che ha creato sconcerto e preoccupazione tra le imprese. Tale posizione verrà posta dalla Confimi Industria anche all’importante audizione con la Commissione Lavoro del Senato fissata nel primo pomeriggio di martedì 12 maggio p.v. sul tema: “Ricaduta Covid 19 sull’occupazione e sicurezza luoghi di lavoro”.
Decreto Legge Maggio, Lorenzin (Confimi Industria) a Palazzo Chigi:
“Agire con burocrazia zero e con investimenti concreti”
Roma, 6 maggio 2020 – “Se non sono possibili azioni di reale liquidità alle imprese, che il Governo accolga le proposte degli industriali piuttosto che continuare a emanare misure che prevedono ulteriore indebitamento delle aziende” ha spiegato Flavio Lorenzin vice presidente di Confimi Industria con delega alla semplificazione, Pa e fisco intervenendo al tavolo organizzato da Palazzo Chigi per fare il punto sulle misure in campo con il Dl Maggio. “Confimi ha già presentato almeno tre proposte in merito: prevedere la cessione del credito da parte delle imprese a agenzie di factoring con costi calmierati da decreto; la creazione – attraverso la piattaforma che gestisce la fatturazione elettronica – di un sistema di compensazione dei pagamenti fra aziende di filiera che eviti, dove possibile, il ricorso al sistema bancario per la riscossione dei crediti; la compensazione dei crediti vantati nei confronti della PA con uno qualsiasi dei versamenti dovuti dall’impresa”.
“Nonostante gli sforzi del Governo” ha infatti ricordato Lorenzin “l’accesso al credito è ancora un miraggio”. Gli istituti di credito, ha fatto notare il vice presidente di Confimi Industria, stanno utilizzando gli strumenti messi a disposizione per rinegoziare gli affidamenti già in essere, soprattutto con quelle imprese dal rating incerto. Per non parlare dei tempi di erogazione.
“Ci aspettiamo che il nuovo decreto, per quel che riguarda finanziamento e liquidità si riferisca obbligatoriamente a nuova finanza e che preveda tempi di restituzione superiori agli attuali 6 anni, che sono un periodo decisamente troppo breve ma soprattutto ci attendiamo burocrazia zero e tempi certi nell’erogazione”.
“Per quanto riguarda poi il tema lavoro – ha spiegato Lorenzin – le norme del protocollo salute e sicurezza per quanto necessarie rallenteranno di certo i processi produttivi e, in un momento in cui le aziende sono già in sofferenza, ci auguriamo che l’ipotesi di ridurre l’orario di lavoro pur mantenendo la stessa retribuzione ai lavoratori, rimanga una voce di corridoio”. “Ci auguriamo invece venga confermato il prolungamento della cassa integrazione senza la necessità di consultazione sindacale, semplicemente per una questione di velocità di risposta”.
Tornando al confronto, il vice presidente del manifatturiero ha chiesto a gran voce che venga profondamente rivista la norma che prevede che una contaminazione da COVID 19 possa rientrare nella casistica di infortunio sul lavoro, con tutto quello che ne concerne. “La tutela, anche economica di un cittadino positivo a Covid non è in discussione. Tuttavia riteniamo inaccettabile che, per come è scritta attualmente la norma, un imprenditore possa, anche sono in linea teorica, dovere affrontare le conseguenze di infortunio in azienda per un fattore esogeno all’attività d’impresa”.
Ampio spazio da parte del vice presidente Lorenzin ai cantieri. “Fondamentale la ripartenza dei cantieri pubblici e la costruzione delle grandi opere ferme ormai da troppi anni”. Ma non solo.
È ora di parlare seriamente di bonus fiscali e dei crediti d’imposta per le ristrutturazioni, dell’eco bonus, del sisma bonus, estendendo il beneficio anche a singoli interventi.
Flavio Lorenzin ha chiuso il suo intervento con un messaggio di speranza: “questa epidemia sembra aver bloccato il pensiero stesso di investimento. E allora non si parli solo di facilitazioni per l’acquisto di beni strumentali targati industria 4.0, ma di un aiuto serio a investire nel paese”.
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